Pioggia.

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Da quante ore era li? Le gambe ormai non le sentiva più. Dopo la stanchezza ed il dolore, erano diventate insensibili, assenti nei confronti degli stimoli della realtà. Era questo che gli aveva permesso di rimanere  in piedi immobile per ore.

Come le gambe anche i suoi occhi avevano iniziato a perdere “sensibilità”. Fissava quella porta così intensamente che era sicuro potesse farla esplodere da un momento all’altro.

Ore di mutismo e immobilità, una giornata di completa estraneazione dal mondo. C’erano solo lui, quelle mattonelle su cui sostava e quel maledetto portone.
“Suono”, “non suono”, “lo faccio”, “magari non è neanche in casa”. Era come aver ingoiato una palla di cannone e allo stesso tempo come se qualcuno avesse confuso la sua testa per un pallone da calcio.

Probabilmente, in quella giornata, in molti avevano pensato di chiamare la Polizia: << Salve Agente, c’è un pazzo che fissa da ore il vuoto!”.

Ma a lui non importava. No, c’erano solo lui e quella stramaledetta porta, che sperava sarebbe esplosa da un momento all’altro permettendogli di entrare e reclamare ciò che era suo.
E fu così. Solo che la porta non esplose, solo che lui rimase fermo, immobile, assente.

La figura di lei apparve fiera, sicura, maestosa. Le valigie la accompagnavano e lei era presa nel trasportarle. Cercò di non farsi vedere, ma riuscì solo a rimanere immobile. Lei era troppo presa per notarlo. Forse era già in viaggio, con la mente e col cuore altrove, forse nonostante le tante valigie era più leggera di lui, con quella palla di cannone sul petto.

I temporali estivi sono i più violenti ed imprevedibili: un momento il tempo è bellissimo, l’attimo dopo sei nel mezzo di una gelida bufera. Così, il suo volto si rigò di pioggia.

<< Sta piovendo. >> disse ad alta voce. Un vecchio che passava di li lo sentì, prendendolo per pazzo: era una così bella e perfetta giornata estiva! << Ragazzo, non c’è neanche una nuvola in cielo >> disse.

<< No, sta piovendo >>.11156295_467084743466007_5875223728196166832_n

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