Ministro, le presto la mia Memory Card – Error 404 SLNF

“Sarà forte ma […] In casa mia non entrano.”
Mi stavo ormai rassegnando al fatto di trovare ogni mattina una nuova gaffe del nostro governo, e tag di vari flame\commenti imbarazzanti tra post videoludici o politici -tra l’alto, ormai mi sono fatto vecchio e mi sale la tristezza a leggerli- quando ho scorto il sorgere di un nuovo paladino dalle ceneri della vecchia legislatura: L’ex Ministro Calenda.
E siccome ragionavo da qualche giorno sulle sue parole (NDR Tweet) ho pensato “magari qualche fesso che la pensa come me lo trovo, magari ci scrivo su qualcosa”.
E quindi ho buttato giù un paio di cose. Si, ho omesso volutamente parte del tweet originale, che trovate ovunque su internet, per partire da una frase che non mi aspetterei mai di sentire da un Ministro della Sinistra. “In casa mia non entrano. Non ce lo voglio. Non mi interessa da dove vengono, perché, che hanno da insegnare e la loro storia, in casa mia non entrano”. Ricorda un po’ il pensiero comune che si ha oggi riguardo gli stranieri, pensiero divenuto manifesto politico dell’ attuale classe dirigente. Ovvio, non si parla di immigrazione clandestina e razzismo, si parla di videogiochi. Ma il concetto non cambia: l’esclusione, probabilmente fondata su ignoranza riguardo al tema, in contrasto col progresso e l’inclusione, idee che dovrebbero appartenere proprio a quella Sinistra ormai morente.
Facendo un passo indietro e ricordando brevemente la rapida evoluzione dei media nella storia dell’uomo possiamo seguire un chiaro filo conduttore: la stigmatizzazione e l’odio nei confronti del “nuovo”, rispetto al vecchio. Il cinema che “uccise” le opere teatrali, la televisione che distrusse il cinema, la morte della lettura su carta, fino ad arrivare allo streaming e a tutte quelle tecnologie odierne che ci permettono di accedere ad ogni contenuto in pochissimi secondi, comodamente seduti sul nostro WC. Un atteggiamento di chiusura che è quasi comprensibile: qualsiasi antropologo oggi afferma che l’uomo si è evoluto con una velocità imprevista e fatica a stare al passo con i tempi, anche solo nel salto tra una o due generazioni. Ma questi media hanno successivamente imparato a convivere, evolvendosi e scegliendo diversi metodi di linguaggio, abituandosi anche ad una più mirata selezione del pubblico da intrattenere. E poi, l’ignoranza non è un crimine. Anzi, è la base su cui si fonda il processo di sviluppo della società: non so, quindi mi applico per conoscere e crescere come uno e comunità.

O almeno, dovrebbe essere così. Perché vede Ministro, quando leggo -seduto comodamente al bagno la mattina- che lei “non vuole far entrare” qualcosa in casa sua io non l’associo ad una Sinistra progressista e che ha bisogno di rinascere, ma a qualcosa di vecchio, stantio, più vicino a forze politiche che preferiscono costruire muri e allontanare la discussione di materie ignote, allontanando anche la crescita (dell’Io, e della società). Non sto dicendo che voglio un videogioco del vostro partito, ovviamente, ma che oltre ad essere una pessima mossa per tenersi vicino una fascia di elettori -i più giovani- la sua affermazione reiterata è indice di una forma mentis che personalmente non voterei neanche sotto tortura.

Un ultimo pensiero sul tema dell’istruzione nullificata dai videogiochi. Ecco, io credo che prima di parlare di ciò bisognerebbe guardare ai nostri attuali programmi formativi specialmente, già che siamo in tema, a quelli informatici\elettronici. Abbiamo alcune eccellenze giovanili che provano a muoversi come pionieri in terre inesplorate, tra assenza di laboratori e strutture adeguate alla nostra epoca e un programma di “informatica” fermo ai primi anni ’80 se si è fortunati. E’ vero, i giochi elettronici provocano stimoli più rapidi, ma non è forse la nostra società, nel suo quotidiano, ad essere diventata estremamente rapida? Lei stesso -come molte delle sue parti e controparti politiche- non una un social network per stigmatizzare parte di questa stessa tecnologia, a tempo e sforzo zero? Non è ormai uso comune aprire o chiudere la giornata con siparietti online, live, tweet e “blocco” delle opposizioni? Invece di incolpare qualcosa che tange poche ore gli adolescenti, non dovremmo concentrarci sul rendere più moderna e al passo con i tempi un’istruzione ferma a decenni fa?

Di Videogiochi se ne parla sempre. Poche volte pero’ si raccontano titoli formativi, emozionanti, educativi, che toccano tematiche come le malattie mentali, il cancro, la morte e l’accettazione di se stessi e del diverso (le suona familiare? dovrebbe) se non da parte di testate specializzate. Caro Ministro, la invito a distruggere quel muro, in favore di un media nuovo che raggiungerà i suoi figli e la sua casa con o senza di lei, e magari intraprendere “una nuova campagna”, un nuovo viaggio verso una crescita facendosi, perché no, guidare verso opere impegnate e di valore. Le assicuro che ci sarebbero molte persone disposte a condividere le loro memory card e darle una mano in questo viaggio, se chiede nelle giuste community. E lo so, so di essere enormemente in ritardo con i tempi classici del web, e so di essere poco più di un nessuno… Ma sono un nessuno che è stanco di vedere muri nelle case, nelle scuole, nelle strade, e credo che bisognerebbe iniziare a costruire porte. E il primo passo dovrebbe venire proprio dagli adulti, e perché no, da esponenti di una politica che dovrebbe rinascere.

Cordialmente,
un giocatore.

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